Note Storiche
di Tomaso PANU
Il documento più antico sulla diffusione del cristianesimo
in Gallura ci riporta al 235 d. C., quando il papa Ponziano e
il presbitero Ippolito, condannati all’esilio, furono deportati
nell’isola di Molara.
Di poco posteriore è la notizia di Simplicio, che subì il martirio
intorno al 304 d. C. durante la persecuzione di Diocleziano.
La tradizione lo considera il primo vescovo della
Chiesa gallurese. Tra la fine del secolo XI e l’inizio del XII,
nei pressi di Olbia, venne edificata la chiesa romanica di
San Simplicio, destinata ad essere la cattedrale della diocesi
di Civita, costituita quasi certamente durante il pontificato
di Alessandro II (1061-1073).
La prima diocesi gallurese fu Phausiana, il cui nome deriva
forse da un sito presso il fiumiciattolo Pasana, nei pressi di
Olbia. Per essa Gregorio Magno, il 29 giugno 594, invitò il
vescovo di Cagliari Gianuario a nominare un pastore idoneo
a combattere i riti pagani. Fu nominato Vittore.
Le sette circoscrizioni vescovili sarde della fine del VI secolo
divennero diciotto tra i secoli XI e XII. In Gallura vi era un
“episcopato gallurese”, da cui nacquero in seguito le diocesi
di Civita e di Galtellì, costituite prima del 22 aprile 1138.
In Anglona, la diocesi di Ampurias fu istituita verosimilmente
entro i primi decenni del sec. XII, ma non è certa
l’ubicazione del sito da cui prese il nome. Si è pensato alla
chiesa di San Pietro a Mare, sulla foce del fiume Coghinas.
La cattedrale, intitolata a San Pietro Apostolo, era posta
presso un fiume, per cui fu detta anche Flumen. Altri la localizzano
presso la chiesa di San Pietro di Simbranos o delle
Immagini, a Bulzi.
L’8 dicembre 1503, per effetto della bolla di Giulio II “Aequum
reputamus”, la sede vescovile fu trasferita a Castel
Aragonese (Castelsardo), ma fu conservata la denominazione
di Ampurias. La cattedrale fu intitolata a S. Antonio Abate.
Nel secolo XVI, la scarsità della popolazione e delle decime,
indusse Ferdinando il Cattolico a trovare un accordo, prima
con Alessandro VI, poi con Giulio II, per riordinare le diocesi
dell’íIsola, che da diciotto furono ridotte a otto. Con la bolla
“Romanus Pontifex” del 9 giugno 1506, Giulio II unì le diocesi
di Ampurias e Civita. L’unione fu fatta aeque principaliter,
cioè lasciando le diocesi autonome, ma con un solo
vescovo. L’ultimo vescovo di Civita, Pietro Stornello, morì
nel 1510, prima dell’ultimo di Ampurias, Francesco Manno,
che resse le diocesi fino alla morte. Il primo vescovo dopo
l’unione fu Ludovico Gonzàles (1513-1538).
Dopo la metà del secolo XVI, la cattedrale di Ampurias, ritenendosi
unica erede in forza della bolla di Pio V dell’8 febbraio
1567, con la quale si ordinava che gli spogli dei
vescovi e i frutti dei benefici vacanti nell’isola venissero applicati
alle chiese cattedrali, succedette nei diritti di spoglio
e percepì i frutti della diocesi di Civita. Questa era “depressa
per l’eccessiva povertà” e i canonici avevano abbandonato
Terranova (Olbia) dopo che Dragut l’aveva saccheggiata nel
1553, rifugiandosi a Tempio. L’applicazione della norma era
errata, ma si affermò per convinzione generale e Francisco
Thomàs de Taxaquet si firmava talvolta Episcopus Ampuriensis.
Con la bolla “Sacri Apostolatus” del 22 marzo 1621, Gregorio
XV eresse in Collegiata la Vicaria perpetua della chiesa
di San Pietro Apostolo in Tempio. I rapporti con il Capitolo
di Ampurias si rivelarono difficili e la soluzione della lite fu
affidata alla Sacra Rota. Il tribunale romano, con sentenze
del 1684, del 1685 e del 1686, si pronunciò a favore della
sopravvivenza della cattedralità di Civita, pur riconoscendo
che dell’antico Capitolo non vi era traccia e che la Collegiata
di Tempio non aveva titoli giuridici per considerarsene erede.
Nell’anno 1696 il vescovo Michele Villa celebrò a Castel
Aragonese un importante sinodo e pubblicò anche a Tempio
le costituzioni deliberate.
A partire dal 1688 i canonici tempiesi avevano fatto ripetutamente
domanda affinchè gli onori della cattedrale di
S. Simplicio fossero trasferiti a Tempio, ma invano, per l’opposizione
del capitolo di Ampurias.
Si dovette attendere la bolla “Quamvis aequam” di Gregorio
XVI del 26 agosto 1839, pubblicata il 13 settembre 1840,
che soppresse la diocesi di Civita e la cattedralità di San
Simplicio, erigendo Tempio a Sede diocesana ed elevando a
cattedrale la chiesa collegiata. La bolla spiegava le ragioni
della decisione con lo stato di abbandono della Cattedrale
di San Simplicio e della città di Terranova, a causa dell’inclemenza
del clima e della povertà degli abitanti. Era vescovo
il tempiese Diego Capece.
La legge Rattazzi del 29 maggio 1855, stabilì la soppressione
degli ordini religiosi: nelle due diocesi furono colpiti i
Conventuali di Castelsardo, gli Osservanti di Tempio e Nulvi
e i Cappuccini di Calangianus e Nulvi.
Diego Capece morì il 7 settembre 1855 e la sede vescovile
restò vacante per 17 anni, a causa dei contrasti giuridici tra
lo Stato e la Santa Sede.
Il 24 novembre 1871 fu eletto vescovo Filippo Campus di
Pattada. La sua attività fu intensa, come dimostrano le cinque
visite pastorali; morì a Tempio il 21 marzo 1887.
Il 14 dicembre 1915 fu nominato Giovanni Maria Sanna,
Superiore dei Conventuali di Sardegna. Egli riaprì il seminario
a Castelsardo nel 1917 e l’anno successivo lo trasferì
a Tempio. Celebrò un sinodo diocesano nel 1921, quando
era già spenta l’eco di quello di Michele Pes del 1789. Il 12
maggio 1922 fu trasferito a Gravina-Irsina.
L‘11 dicembre dello stesso anno fu eletto il piemontese Albino
Morera, che governò la diocesi fino al 1950. Nel 1933
celebrò un sinodo diocesano.
Dopo il lungo episcopato di Albino Morera, si sono succeduti
nel governo delle due diocesi sette vescovi, con una permanenza
media di otto anni: Carlo Re (1951-1961); Mario
Ghiga (1961-1963); Giovanni Melis Fois (1963-1970); Carlo
Urru (1971-1982); Pietro Meloni (1983-1992); Paolo Atzei
(1993-2004). In tale periodo sono stati realizzati a Tempio
il nuovo episcopio e il nuovo seminario.
Nel 1986, le diocesi di Ampurias e Tempio sono state unificate
nella diocesi di Tempio-Ampurias, con cattedrale San
Pietro Apostolo a Tempio Pausania e concattedrale Sant’Antonio
Abate a Castelsardo.
Dal 22 aprile 2006, è vescovo Sebastiano Sanguinetti, trasferito
dalla diocesi di Ozieri.